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Dichiarazione di Budapest per l’accesso aperto

Un’antica tradizione e una nuova tecnologia sono confluite per dar vita a un bene pubblico senza precedenti. L’antica tradizione è la scelta degli scienziati e degli studiosi di pubblicare gratuitamente i frutti delle loro ricerche in riviste scientifiche, per amore della ricerca e della conoscenza. La nuova tecnologia è Internet. Il bene pubblico che hanno reso possibile è la diffusione mondiale in formato elettronico della letteratura scientifica peer-reviewed e l’accesso ad essa completamente gratuito e senza restrizioni per tutti gli scienziati, studiosi, insegnanti, studenti, e per ogni mente curiosa. Rimuovere le barriere di accesso a tale letteratura produrrà accelerazione nella ricerca, arricchirà l’istruzione, consentirà di condividere la conoscenza del ricco con il povero e del povero con il ricco, permetterà di utilizzare al meglio i risultati e porrà le fondamenta per unire l’umanità in una conversazione intellettuale comune e in una comune ricerca di conoscenza.  

Per varie ragioni, tale disponibilità online, libera e senza restrizioni  – che chiameremo accesso aperto –  finora è rimasta circoscritta a piccole porzioni della letteratura scientifica. Ma pur in questi casi limitati, diverse iniziative hanno dimostrato che l’accesso aperto è economicamente praticabile, offre ai lettori un’eccezionale possibilità di recuperare e utilizzare letteratura scientifica pertinente, e dà agli autori e ai loro lavori visibilità, leggibilità e impatto in un modo nuovo, ampio e misurabile[1]. Per garantire a tutti questi benefici, ci appelliamo a tutte le istituzioni e singoli individui interessati affinché aiutino a rendere accessibile anche il resto della letteratura scientifica e rimuovano le barriere, specialmente le barriere di prezzo, che ostacolano il cammino. Quanti più si uniranno alla causa, tanto prima godremo tutti dei benefici dell’accesso aperto.  

La letteratura che dovrebbe essere liberamente accessibile online è quella che gli studiosi offrono al mondo senza aspettarsi una ricompensa in denaro. Nel novero entrano innanzitutto articoli di riviste peer-reviewed, ma riguarda anche pre-print non ancora sottoposti a giudizio e che gli autori desiderino mettere online per ottenere commenti o per informare tempestivamente i colleghi su importanti risultati di ricerca. Esistono diversi gradi e tipi di accesso, più ampio e facile, a questo genere di letteratura. Per “accesso aperto” a tale letteratura intendiamo la sua disponibilità pubblica e gratuita in Internet, e la possibilità per ogni utente di leggere, scaricare, copiare, diffondere, stampare, cercare, o linkare al testo completo degli articoli, di analizzarli e indicizzarli, di trasferirne i dati in un software, o usarli per ogni altro utilizzo legale, senza ulteriori barriere (legali, tecniche o finanziarie) se non quelle relative all’accesso a Internet. L’unico vincolo riguardo la riproduzione e la distribuzione, e l’unica funzione del copyright in questo ambito, dovrebbe essere la tutela dell’integrità del lavoro degli autori e il diritto di essere debitamente riconosciuti e citati.

Mentre la letteratura peer-reviewed dovrebbe essere accessibile online gratuitamente per i lettori, non è priva di costi per chi la produce. Tuttavia, casi concreti dimostrano che i costi complessivi[2] per fornire l’accesso aperto a questa letteratura sono di gran lunga inferiori ai costi delle tradizionali forme di disseminazione. Una simile opportunità di risparmiare denaro e, allo stesso tempo, di espandere il raggio della disseminazione, costituisce ora un forte incentivo per associazioni professionali, università, biblioteche, fondazioni, e altri ancora, ad accogliere l’accesso aperto come mezzo per promuovere le proprie le proprie finalità istituzionali. Realizzare l’accesso aperto richiederà nuovi modelli sia di recupero dei costi che di finanziamento, ma la netta diminuzione dei costi generali di disseminazione dà motivo di ritenere possibile l’obiettivo e non semplicemente preferibile o utopico.

Raccomandiamo due strategie complementari per realizzare l’accesso aperto alla letteratura scientifica:

I.  Auto-archiviazione[3]: Innanzitutto gli studiosi hanno bisogno di strumenti e assistenza[4] per poter depositare i propri articoli scientifici sottoposti a referee in archivi elettronici aperti, una pratica comunemente chiamata auto-archiviazione. Se tali archivi sono conformi agli standard sviluppati da Open Archives Initiative[5], allora i motori di ricerca e altri strumenti possono trattare i diversi archivi come se fosse un unico archivio. Gli utenti non avrebbero pertanto necessità di conoscere i singoli archivi e gli indirizzi per recuperare e utilizzarne i contenuti.

II.  Riviste open access[6]:  Gli studiosi hanno poi bisogno di mezzi sia per lanciare una nuova generazione di riviste impegnate nell’accesso aperto sia per aiutare le riviste già esistenti che hanno optato per la transizione all’accesso aperto. Dato che gli articoli scientifici dovrebbero essere disseminati nel modo più ampio possibile, queste nuove riviste non invocheranno più il copyright per restringere l’accesso e l’uso dei materiali pubblicati. Semmai utilizzeranno il copyright e altri strumenti per assicurare l’accesso aperto permanente a tutti gli articoli pubblicati. Considerato che il prezzo è un ostacolo all’accesso, le nuove riviste non richiederanno costi di abbonamento né di accesso e adotteranno altri metodi per coprire le spese. A tal scopo esistono molte fonti di finanziamento alternative: fondazioni e governi che finanziano la ricerca, università e laboratori che assumono i ricercatori, e ancora, sovvenzioni da associazioni scientifiche disciplinari o da istituzioni, e ancora, amici della causa dell’accesso aperto, profitti derivanti dalla vendita di allegati ai testi principali, tutti fondi resi disponibili a seguito della cessazione o della cancellazione di riviste che richiedono il tradizionale abbonamento o le quote di accesso o perfino contributi da parte degli stessi ricercatori. Ciascun Paese o area disciplinare non dovrà privilegiare una di queste soluzioni rispetto alle altre, né smettere di cercare altre possibili alternative.

L’accesso aperto alla letteratura prodotta da riviste peer-reviewed è l’obiettivo. I modi per ottenere tale obiettivo sono l’auto-archiviazione (I.) e una nuova generazione di riviste ad accesso aperto (II.). Si tratta di strumenti diretti ed efficaci per raggiungere lo scopo e, inoltre, sono già a disposizione dei ricercatori e pertanto non comportano l’attesa di cambiamenti prodotti dai mercati o dalla legislazione. Noi sosteniamo le due strategie appena illustrate ma incoraggiamo anche la sperimentazione di ulteriori modi per realizzare la transizione dai metodi attuali di disseminazione all’accesso aperto. Flessibilità, sperimentazione e adattamento a specifiche locali, sono le vie migliori per garantire un successo rapido, sicuro e duraturo nei diversi contesti.

Open Society Institute, il network della fondazione creata dal filantropo George Soros, si impegna a fornire l’aiuto iniziale e il finanziamento per realizzare tale obiettivo. La fondazione farà ricorso alle sue risorse e alla sua influenza per estendere e promuovere l’auto-archiviazione istituzionale, per lanciare nuove riviste ad accesso aperto e per aiutare il sistema delle riviste ad accesso aperto a diventare economicamente autosufficiente. Anche se l’impegno e le risorse di Open Society Institute sono notevoli, l’iniziativa ha davvero bisogno dell’impegno e delle risorse di altre organizzazioni.

Invitiamo governi, università, biblioteche, direttori di riviste, editori, fondazioni, associazioni scientifiche, associazioni professionali e singoli studiosi che condividono la nostra prospettiva, a unirsi a noi nel compito di rimuovere le barriere all’accesso aperto e costruire un futuro in cui la ricerca e l’istruzione possano prosperare più liberamente in ogni parte del mondo.

 

Translation by:  Traduzione di Paola CASTELLUCCI, Università di Roma “La Sapienza”